Appunti di viaggio del 10 maggio

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Cari amici,

prosegue il nostro viaggio nella letteratura e nella scoperta di nuove angolazioni della realtà.

Quello di sabato 10 maggio è stato qualcosa di più di un semplice incontro tra amanti della lettura, è stato un incontro di emozioni, di teste pensanti, di parole profonde e verità, quest’ultime spesso tenute chiuse in una “gabbia” per recondite paure.

Partendo da “La fine è il mio inizio”, libro testamento del grande Tiziano Terzani, abbiamo cercato di rispondere all’interrogativo con il quale ci eravamo lasciati l’ultima volta: cosa dimentichiamo nel percorrere il nostro cammino?

Nel libro è contenuta la vita non solo di un uomo ma di un’intera generazione che ha vissuto dei cambiamenti epocali e quindi analizzare non tanto il cammino ma l’Uomo che cammina non poteva che essere il nostro naturale punto di partenza.

Confrontandoci, ci siamo trovati concordi sulla concezione dell’uomo, come attore protagonista dell’universo, inteso come l’insieme materiale e immateriale, manente e immanente, potenza e atto.

Tutto potrebbe diventare realtà osservabile, se solo l’uomo decidesse di farlo. Forse è proprio questa la chiave di lettura di tutta la vita di Terzani: la volontà di essere, di sapere, di conoscere non tanto per una sete personale e vanesia di sapienza quanto per l’amore di un superiore bisogno di comprensione.

Forse è per questo che non ci spaventa il suo coraggio di morire, perché, nel corso della narrazione apprezziamo il suo coraggio di vivere, la sua profondità nel vivere in un mondo talvolta governato da ipocriti.

L’uomo, secondo il punto di vista emerso nell’incontro sulla lettura di Terzani, non è il frutto delle condizioni migliori che la vita offre; egli, a volte, è la risultanza di una cattivo condizionamento e in questo processo di disgregazione occorre intraprendere un personale cammino per raggiungere l’identità tra mondo interiore e quello esteriore, identità che viene distorta dalla società consumistica del nostro tempo (Marx nell’800 ne aveva già annunciato il suo fallimento). Occorre raggiungere il nirvana.

Solo in questo modo, ribelle, rivoluzionario e anche positivista si riesce a diventare “integralisti di consapevolezza”, perché solo in questo modo si accetta l’idea che nulla è diverso da noi, perché saremo forti abbastanza per capire che la diversità non è qualcosa da contrastare ma da scoprire, conoscere e apprezzare.

Consapevolezza, dunque, e non conoscenza, come sapere identitario, da raggiungere attraverso il continuo movimento d’idee, perché solo questa virtuale movenza permette all’uomo di mantenere equilibrato il rapporto tra l’interno/interiorità ed esterno/esteriorità, guarendo dal rapporto malato con i propri desideri.

E per assicurare tale movimento, occorre essere rivoluzionari, guardare da una prospettiva diversa

Me c’è di più. Tale consapevolezza non deve essere solo per noi, essa deve essere condivisa con una tradizione non solo orale ma basata sui fatti e come uomini e donne del nostro tempo abbiamo questa responsabilità: tramandare la visione di questa modalità di vita. Una visione consapevole, un’osservazione sana per raggiungere quella che, secondo la Teoria delle catastrofi, viene definita “stabilità strutturale”, intesa come capacità di non lasciarsi toccare dalle “piccole perturbazioni”.

Vivere in armonia con il proprio tempo e nella pienezza delle convinzioni.

E’ un lavoro di ingegneria sociale: si costruisce oggi qualcosa di duraturo per se stessi e soprattutto per gli altri.

Tema, quest’ultimo, emerso anche nel racconto “Case e palazzi” di Gianni Rodari, tratto dal volume “Favole al Telefono”.

Un racconto semplice, ma al contempo toccante, pieno di attualità e di modernità.

La grandezza di Rodari è proprio questa, essere semplice per arrivare ai bambini, perché è da qui che si parte per seminare e far crescere la pianta.

Un passaggio dell’essenziale, che è invisibile agli occhi (per citare Antoine de Saint-Exupéry, il Piccolo Principe).

Ecco quale è il nostro compito.

E qui concludo l’appunto dell’ultimo viaggio.

Per il prossimo incontro, previsto per il 12 giugno, ci sono delle piccole novità.

Il Circolo Letterario parteciperà all’Estate Romana, patrocinata dal Municipio, e per l’occasione ha organizzato tre serate culturali di vario genere.

Vi anticipo sommariamente gli appuntamenti, segnalandovi che a breve riceverete il programma completo.

Per il 13 giugno, è prevista una tavola rotonda sul tema “Sicurezza, Territorio e Donne”. Con ospiti d’eccezione, donne coraggiose del nostro tempo, conosceremo qualcosa di più sul difficile momento della denuncia di un reato sessuale e di come sia importante per gli attori sociali del territorio “fare rete” di accoglienza e protezione nei confronti delle vittime degli abusi.

Per il 22 giugno, invece, è prevista la presentazione del libro di Carlo Ruggiero, Cattive Acque, di Round Robin editrice, a cui seguirà, prendendo le mosse dagli argomenti trattati, un dibattito sullo stato di conservazione e manutenzione del verde del nostro territorio.

Per il 27 giugno, infine, un reading di letture di poesie romanesche del Belli, Trilussa e Pascarella.

Non ci sarà solo questo ovviamente ma tanto altro, pertanto vi aspettiamo numerosi!!!

Avendo più tempo da dedicare alle nostre letture, per l’incontro di luglio, l’ultimo prima dell’interruzione estiva, è stato accolto il suggerimento di dedicarci al filone degli “autori da viaggio”. Intendete viaggio come meglio credete, definiremo insieme il concetto e soprattutto il rapporto tra i vari autori sui quali ci confronteremo.

Ad ogni modo, tra i vari suggerimenti, sono emersi:

Kerouac Jack, on the road

Bruce Charles Chatwin, con libera scelta di testo

Ryszard Kapuściński, con libera scelta di testo

Ernest Hemingway, il vecchio e il mare

Federico Fontana, La ragazza del treno

Ray Bradbury, Fahrenheit 451

Antoine de Saint-Exupé, ry, il Piccolo principe

Jerome D. Salinger, il giovane Holden

Che dire oltre? Mi sembra di aver già detto molto e di avervi annoiato a sufficienza…. è imperativo che io mi fermi!!

Un caro saluto a tutti

 

Stefania e Sonia