Venerdì 18 maggio davanti al Casale Podere Fiume: Atac non ti pago!

Atac non ti pago! L’aumento del biglietto Atac a 1.50, previsto per giugno, e la cancellazione degli abbonamenti mensili, comprese le riduzioni per alcune fasce, sono solo i primi passi verso una totale privazione del diritto alla mobilità.

Le giustificazioni fornite per l’aumento del ticket sono ingannevoli, dall’aumento del costo del carburante fino alla farsa della maggiore durata temporale del biglietto, da 75 a 100 minuti. Dicono che l’aumento servirà ad appianare l’enorme debito di Atac, che nell’ultimo bilancio ammonta a quasi 400 milioni di euro, ma gli introiti derivanti da questo aumento potranno ridurre solo un’infinitesima parte di tutto il debito.

In realtà l’aumento servirà a finanziare gli stipendi d’oro dei manager, con 70 retribuzioni oltre i 100.000 euro e uno stipendio che arriva fino a 600.000 euro; tutto questo mentre i dipendenti “normali” (in particolar modo autisti e macchinisti) dell’azienda rischiano il licenziamento con la scusa che l’azienda è in crisi, si mettono spesso in malattia perché sono sovraccaricati di lavoro e non possono godere regolarmente delle ferie. Verranno, infine, penalizzati gravemente col nuovo piano aziendale e il progetto di privatizzazione dell’azienda, che porterà altri tagli sia al personale che alle linee.

Dal 1° giugno, però, la situazione peggiorerà ancor di più per tutta una serie di categorie che fino ad ora hanno avuto accesso a delle agevolazioni per gli abbonamenti: sparirà il mensile ridotto, rimanendo solo la tessera al costo di 35 euro; spariranno anche le agevolazioni per i disabili. Propongono, poi, come nota “positiva”, il fatto che da settembre studenti (solo i residenti però) e over 65 avranno la possibilità di pagare l’abbonamento annuale in “comode” rate mensili: il problema è che queste rate porteranno ad un amento relativo del costo dell’abbonamento (come fosse un finanziamento); inoltre sono previsti diversi costi a seconda della reddito Isee (per godere di uno sconto bisognerà avere un reddito estremamente basso). Rispettivamente ad ogni fascia, il costo dell’abbonamento annuale aumenterà rispetto a quanto si è pagato finora.

Noi non ci stiamo. In una città dove il traffico e lo smog sono un problema gravissimo e i lavoratori sono costretti a ore di macchina per andare al lavoro, l’aumento del biglietto è una provocazione inaccettabile.

Non vogliamo pagare per un servizio scadente: le corse sono insufficienti, le corsie preferenziali sono poche e mal fatte, i notturni saranno sempre di meno, la metro non copre neanche il 20% del territorio cittadino, i mezzi sono vecchi e pericolosi, le periferie abbandonate a se stesse.

Non vogliamo pagare i debiti accumulati per la mala gestione e per i loro stipendi milionari!

Vogliamo il ritiro del piano aziendale e la fine dei licenziamenti, e ci opponiamo alla privatizzazione di questo essenziale servizio pubblico!

Vogliamo un trasporto pubblico accessibile a tutti, che funzioni sia di giorno che di notte, che, come primo passo, preveda agevolazioni per le fasce non protette, che assicuri i diritti dei lavoratori, che non renda lo spostamento in città uno stress o un privilegio per alcuni, ma un servizio garantito ed efficiente.

MOBILITAZIONE PUBBLICA SOTTO LA SEDE DELL’ATAC IN VIA PRENESTINA, VENERDì 25 MAGGIO ORE 13!

 La mobilità è un diritto di tutti/e, riappropriatene e non lo delegare!

ASSEMBLEA PUBBLICA

VENERDI 18 MAGGIO ORE 16.30

AL CASALE DEL PARCO DEL QUARTACCIO

(DIETRO SCUOLA ANDERSEN)