LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REGIONE LAZIO RENATA POLVERINI
Roma, 5 gennaio 2013
Gentile Presidente,
ieri una mamma, che aveva appena partorito, ci ha chiamato con le lacrime agli occhi per chiedere un corredino, una carrozzina, un tiralatte…..
Questa mamma è una delle migliaia in regione che, pur senza lavoro, le mani nude, ha scelto di portare avanti la sua gravidanza e lottare per il proprio bambino, ricevendo da Salvamamme il necessario più essenziale.
E’ stato l’ultimo sì di Salvamamme. Da domani ci saranno solo no.
Chiude il magazzino in entrata di Via Friggeri dove migliaia di famiglie riversano milioni di euro in beni di prima necessità, donandoli a famiglie in difficoltà.
Si ferma la boutique bebè che veste circa 8000 bambini come principi.
Sta morendo, dopo un decennio, un mondo fatto di sudore e sangue di vero volontariato che “serve” la vita con la cifra che gli addetti ai lavori utilizzano per qualche giorno di “inutili” convegni o in assurdi banchetti clientelari.
Un mondo sopravvissuto, finora, agli avvicendamenti politici, destra-sinistra, in Regione.
Un mondo che salva vite vere, a cui si abbarbicano anche tanti disoccupati italiani. Un mondo trasparente fatto di invii di utenti da centinaia di enti pubblici e privati e di quietanze che attestano ogni singolo oggetto ricevuto.
Non siamo stati visti con l’amore che meritavamo. Non è stato considerato il fronte estremo della maternità che coprivamo.
L’essere in credito di quasi tutta la cifra assegnataci dalla Regione per gli ultimi due anni ci ha strozzato. Ci siamo indebitati con le banche ed Equitalia, alcuni di noi hanno riversato quanto potevano per continuare a dire sì.
Ora è finita. Dovremo aspettare un nuovo governo regionale e per mesi migliaia di bimbi andranno a scuola come straccioni, andranno a scuola con le scarpe rotte e i più piccoli in baracca non avranno neanche la protezione di una culla, né il seggiolino per l’auto. La mamma senza latte non potrà avere un tiralatte da 30-40 euro e si danneranno tanti papà e mamme che avranno difficoltà a veder dimesso il proprio bimbo dall’ospedale senza una carrozzina o una chiocciolina per portarlo via. Ogni giorno centinaia di persone rimarranno da sole nella disperazione.
Siamo volati come stracci, in una regione che ancora elargisce denaro e denaro.
Ci sono scelte che sono prese di responsabilità, scelte. Noi non vogliamo insegnare niente a nessuno perché il nostro essere cristiani non tollera giudizi definitivi.
Siamo qui soltanto a dire che ci sarà tanta sofferenza in più e tanta speranza in meno.
Le mandiamo un simbolo, la calza della befana, che è la gioia del bambini e, naturalmente, dei loro genitori.
La nostra è vuota, è piatta, è secca, è prosciugata. Non c’è più niente per nessuno.
Ci dispiace cheLa Regionenon abbia voluto vedere quanto costerà in termini di sofferenza e solitudine tutto questo.
Cordialmente
Grazia Passeri – Mamma del Salvamamme