L’uovo di Pasqua (Giani Rodari)
Dall’uovo di Pasqua
è uscito un pulcino
di gesso arancione
col becco turchino.
Ha detto: “Vado,
mi metto in viaggio
e porto a tutti
un grande messaggio”.
E volteggiando
di qua e di là
attraversando
paesi e città
ha scritto sui muri,
nel cielo e per terra:
“Viva la pace,
abbasso la guerra”.
- L’emozione piu bella? I disegni dei bambini … Quella piu’ forte?? I racconti dei sopravvissuti……(Testimonianza di una visitatrice)
- Senzatomica. Trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari
- Setsuko Thurlow, sopravvissuta alla bomba di Hiroshima, parla al forum della società civile a Vienna
Roma risponde al desiderio di pace che unisce tutti gli esseri umani
Avere paura della bomba atomica sembra cosa superata, anche se nel mondo ancora oggi sono custodite testate nucleari sempre più efficaci e in numero tale da poter cancellare ogni forma di vita in pochi attimi. La loro stima per difetto arriva a oltre 16 mila, e se ne continuano a fabbricare. Sono dislocate anche sul nostro territorio nazionale, e potrebbero essere innescate per una procedura automatica sfuggita di mano, per una valutazione politica irresponsabile, in seguito a un attacco terroristico. Con conseguenze irreparabili per la vita sul pianeta.
Ma non è solo su questa realtà volutamente ignorata e terrificante, su questa ipoteca che compromette la sopravvivenza del genere umano, che la mostra Senzatomica vuole richiamare l’attenzione. Il suo obiettivo principale è trasmettere il messaggio che il vero nemico non sono le armi nucleari in quanto tali, né gli Stati che le costruiscono e le possiedono, ma il modo di pensare che arriva a giustificare l’opzione “annientamento totale” di altri esseri umani considerandola accettabile.
Su questo cambiamento di scala, e di prospettiva, si concentra la mostra Senzatomica, culmine di una campagna di sensibilizzazione per trasferire il problema e la soluzione dai palazzi della politica e del potere alle nostre stanze, ai nostri rapporti reali, al nostro interno. Lì dove noi possiamo agire, riflettere sulle nostre personali bombe e impulsi ad annientare l’altro, l’altra e cominciare a trasformare il nostro pensiero.
Un messaggio che è indicazione concreta su cosa fare per dare al mondo di domani una vera sicurezza che non si basi più sulla paura o sulla minaccia, ma sulla capacità di costruire una cultura della fiducia reciproca a partire dal cambiamento individuale. Del resto, quale altra forza se non quella della trasformazione personale ha il potere di cambiare il mondo?
La mostra vuole offrire l’opportunità a tutti noi di esprimere la volontà di bandire queste armi disumane che minacciano il nostro diritto fondamentale di esistere. Arrivando a creare un movimento di opinione per l’elaborazione e l’adozione di un trattato internazionale sulle armi nucleari, verso l’obiettivo ultimo di eliminarle tutte e definitivamente.
INFORMAZIONI GENERALI
ATTENZIONE: lunedì 6 aprile (Pasquetta) la mostra sarà aperta dalle ore 14.00 alle ore 21.30.
INGRESSO GRATUITO – lun 9.00 – 13.30 ; mart / dom 9.00 – 21.30
sono previste visite guidate in italiano e in inglese e, su prenotazione, anche nella lingua dei segni
INTERPRETI L.I.S.
Date ed orari nei quali sono presenti gli interpreti della lingua dei segni (a prescindere dalla prenotazioni delle scuole)
Sabato 7 marzo ore 16-19
Domenica 8 marzo ore 16-19
Domenica 15 marzo ore 16-19
Sabato 28 marzo ore 16-19
Domenica 29 marzo ore 16-19
Sabato 4 aprile ore 16-19
Sabato 11 aprile ore 16-19
Domenica 26 aprile ore 16-19
Come arrivare:
autobus 719 fermata Galvani/Zabaglia o Franklin
dalla fermata Piramide (METRO B):
recarsi alla fermata Cave Ardeatine (MB), prendere il 719 (Candoni/Rimessa Atac) per 3 fermate e scendere a Galvani/Zabaglia.
dalla Stazione Trastevere (TRENO Roma-Viterbo, Roma-Fiumicino):
recarsi alla fermata Gianicolense/Staz. Trastevere, prendere il 719 (Partigiani) per 4 fermate e scendere a Franklin.
PER INFORMAZIONI
Email: roma@senzatomica.it
Social: www.facebook.com/senzatomica e twitter.com/senzatomica
Web: www.senzatomica.it/events/roma-senzatomica/ e www.sgi-italia.org
PRENOTAZIONI SCUOLE E GRUPPI
CONTATTI STAMPA
Email: ufficiostamparoma@senzatomica.it
Questo futuro non è obbligatorio, ma è il futuro che ci attende se non facciamo qualcosa.” 06.12.2014 – Tony Robinson
Setsuko Thurlow, sopravvissuta alla bomba di Hiroshima, parla al forum della società civile a Vienna. (Foto di ICAN Austria)
Queste sono state le drammatiche parole con cui il dottor Ira Helfand ha aperto oggi la prima tavola rotonda del forum della società civile organizzato dall’International Campaign Against Nuclear Weapons a Vienna. Il forum raduna 600 attivisti, giovani ed esperti di 70 paesi e si tiene alla vigilia della conferenza inter-governativa sugli impatti umanitari delle armi nucleari organizzata l’8 e 9 dicembre dal governo austriaco, con la partecipazione di oltre 150 paesi. La tavola rotonda di apertura, intitolata “Armi nucleari – perché ce ne importa?” è stata preceduta dalla straziante a drammatica testimonianza di una sopravvissuta alla bomba di Hiroshima.
A tredici anni Setsuko Thurlow e le sue compagne di scuola venivano addestrate a decifrare codici e messaggi segreti in una struttura alla periferia di Hiroshima; all’improvviso ha visto una luce accecante e avuto la sensazione di fluttuare nell’aria. Quando ha ripreso i sensi si è ritrovata sotto una catasta di macerie; con l’aiuto di altre ragazze imprigionate è riuscita a strisciare fuori insieme a due amiche. Lo spettacolo che si sono trovate davanti le ha lasciate senza fiato: figure a mala pena umane venivano loro incontro, alcune con gli intestini e i globi oculari che sporgevano dal corpo, la pelle bruciata e i capelli ritti in testa, scheletri ambulanti e persone mezze morte. Facendosi strada tra i cadaveri, le ragazze si sono dirette verso le colline in cerca d’acqua, aiutando altri sopravvissuti come potevano. Senza tazze o secchi per trasportare l’acqua, potevano solo bagnarsi le camicette e passarle in giro perché la gente le succhiasse.
Setsuko ha raccontato in modo vivido l’esperienza, lasciando il pubblico inebetito e commosso e descritto ciò che è successo nei giorni seguenti: la gente che moriva, i parenti perduti, gli amici inceneriti, i 351 compagni di classe le cui vite sono state stroncate in modo tanto crudele. Ha raccontato che al loro arrivo gli americani non hanno fornito assistenza medica ai sopravvissuti, ma si sono portati dietro ricercatori che controllavano gli effetti delle radiazioni sulle vittime. I medici giapponesi, impreparati a un simile disastro, non avevano modo di rispondere.
Quasi incapace di trattenere l’emozione raccontando una storia che ha di certo ripetuto infinite volte in giro per il mondo, Setsuko Thurlow ha sopportato quella che doveva essere una tortura personale per fornire ancora una volta la sua testimonianza, nella speranza di fare la differenza e assicurare che una bomba nucleare non venga mai più usata. Alla fine del suo intervento è stato dispiegato un lungo striscione giallo con i nomi in giapponese dei compagni di scuola morti quel 6 agosto 1945, quasi 70 anni fa.
“Rammento i visi dei miei 351 compagni di scuola. Ho un profondo ricordo di ognuno di loro. Voglio che ricordiate che ognuno di loro aveva una vita, aveva un nome… Siamo preoccupati dell’impatto umanitario delle armi nucleari. Finora si parlava di “deterrenza” e di “equilibrio delle forze” e cose del genere. E’ un sollievo vedere che finalmente si parla degli esseri umani e di quello che le armi nucleari fanno agli esseri umani. Tutti questi miei amici sono morti, cancellati dalla faccia della terra. E’ una cosa che non deve più succedere. Dobbiamo mettere al bando queste armi, queste bombe malvagie, tutte e 17.000.”
Alla luce di questa testimonianza, è incredibile pensare che queste bombe esistano ancora 69 anni dopo il loro primo utilizzo. Gli organizzatori di questo forum e della conferenza inter-governativa sperano che storie potenti come questa e come quelle dei sopravvissuti agli esperimenti nucleari nell’atollo di Bikini o nel Kazakhstan capovolgano le discussioni sulle armi nucleari, concentrandosi sul loro impatto sugli esseri umani e rendendo il disarmo un imperativo morale da realizzare al più presto possibile.