E’ in fase conclusiva la raccolta di firme per il Referendum che taglia gli stipendi d’oro dei parlamentari (abrogazione art.2 – legge 1261 del 1965); entro il 26 luglio bisognerà raccogliere almeno 500.000 firme; ne sono state già raccolte la metà nel silenzio assordante dei media, ma non il nostro.
Se il referendum fosse approvato, a saltare non sarebbero gli stipendi di deputati e senatori – previsti dalla Costituzione – ma la diaria. L’articolo 2 della legge. Verrano tagliati i 3.500 euro mensili che ogni parlamentare riceve per il soggiorno a Roma. La cosa ridicola è che a incassare questa somma sono anche quegli eletti che nella Capitale ci vivono. I referendari hanno calcolato che lo Stato potrebbe risparmiare circa 50 milioni di euro l’anno. «Di certo non abbatterà il debito pubblico – afferma Maria Di Prato, segretario del piccolo partito Unione Popolare che l’ha indetto – ma questa iniziativa ha un forte significato politico: in tempi di crisi chi comanda deve dare l’esempio».Per poter firmare nel Municipio XIX bisogna andare al Pad. 29 di S.Maria della Pietà e chiedere dell’Ufficio Anagrafico. Orari: dal lun al ven 8.30-12.00, il martedi e giovedi anche di pomeriggio dalle 14.00 alle 16.00. C’è tempo fino a giovedì 26 luglio