La DOC di Torresina lascia o raddoppia?
Giovedì 7 marzo riapre il supermercato DOC nel Centro Commerciale Torresina, non senza novità. E’ da diverse settimane che nel superstore c’erano lavori in corso, per concludere i quali da domenica ad oggi è rimasto chiuso. Alla riapertura per i clienti non mancheranno sorprese: invogliati dai coupon di sconto (nel volantino con le offerte per la riapertura ci sono i buoni da 5€ per una spesa minima di 30€), troveranno dei locali completamente rinnovati nella esposizione della merce e nel suo collocamento sugli scaffali sopra una superficie di vendita fortemente ridotta (rispetto agli iniziali 2600 mq). La diminuzione drastica della superficie commerciale declasserà il superstore a semplice supermercato e questa cosa ha suscitato molto scalpore tra i suoi clienti più affezionati perché c’è il timore che DOC, dopo aver chiuso a Palmarola, possa decidere di fare un passo indietro anche a Torresina. Ma sono fondati questi timori? La DOC di Torresina lascia o raddoppia?
Per capire cosa sta succedendo, dobbiamo guardare alla casa madre, la Unicoop Firenze. Non bisogna dimenticare infatti che la catena di supermercati a marchio DOC è stata inventata a tavolino dalla coop fiorentina nel 2010 quando ha rilevato in blocco da un imprenditore romano (Luciani) 14 punti vendita a marchi GS e DìxDì e li ha chiamati DOC per non fare concorrenza a i loro “cugini” della Coop Tirreno. Il marchio DOC è stato proposto su Roma per preparare il terreno alla discesa sulla Capitale della casa madre Unicoop, che nella sua infinita lotta con Esselunga (a Roma da natale 2013?) si stanno spingendo fin sotto l’ombra del Colosseo.
Lo scorso autunno il presidente di Unicoop Firenze ha annunciato la sua strategia anticrisi; la prima Coop italiana per numero di soci (oltre un milione) e per vendite (oltre 2 miliardi di euro) ha dichiarato l’uscita della cooperativa dal canale ipermercati, rinunciando alle nuove aperture e decidendo di convertire in superstore i punti vendita già operanti;
Entro due anni gli “Ipercoop” subiranno una riduzione della superficie di vendita che li trasformeranno da iperstore a superstore; la parte importante di non food sarà affidata a catene specializzate. Non è difficile immaginare che la filosofia della casa madre sia valida anche per i superstore DOC di Roma, ma perché proprio Torresina?
Forse la risposta è scritta nei numeri e nella viabilità stradale. Nel nostro quartiere oltre alla riduzione dei consumi dovuta alla crisi economica (avete notato che è quasi sparito il traffico sulla via Torrevecchia?), c’è una situazione particolare dovuta ad una viabilità limitata (un’unica strada di accesso) ed un bacino di utenza in crescita ma ancora non sufficiente; a queste criticità “storiche” del nostro quartiere, oltre alla competizione tutta romana coi Supermercati PIM, si è aggiunta l’apertura in zona di un grosso discount, l’Eurospin, che deve aver fatto abbassare i profitti sul no food spingendoli ad un cambiamento di rotta.
Dovendo scegliere se abbandonare una gara in corso o raddoppiare gli sforzi, i fiorentini hanno tirato fuori il carattere e la loro indubbia, consolidata esperienza per rilanciare la sfida. La riduzione della superficie con il ridimensionamento della merce che “non è cibo” (no food) in una zona dominata dai supermercati della famiglia Buscaini, era una scelta quasi obbligata per Unicoop Firenze, eletta dalla rivista “Altroconsumo” come l’insegna più conveniente d’Italia nell’anno 2012. E quando il gioco si fa duro, i toscani cominciano a giocare.