Progetto preliminare per il parco di Torresina
Con il presente documento si propone l’istituzione di una piccola area protetta nel quartiere Torresina, con lo scopo di tutelare e valorizzare importanti elementi naturali presenti nel nostro territorio, quali la flora, la fauna ed il paesaggio a beneficio dell’ambiente e della cittadinanza.
Perché istituire un parco
Il quartiere di Torresina sorge al confine tra città e campagna e presenta aspetti comuni ad entrambi i sistemi. Per capire meglio il valore di questo territorio dobbiamo allargare lo sguardo alla città ed alla campagna romana in generale.
Roma é nata e si sviluppa in un ambiente naturale complesso e ricco, tanto che al suo interno sono presenti numerosi ecosistemi che ospitano tutte le classi di vertebrati (pesci, anfibi, rettili, uccelli e mammiferi) e ben 1300 specie di piante (ne sono state censite circa 3.000 nel Lazio, 6.000 in Italia, 12.000 in Europa). Se confrontiamo questi dati con quelli delle città europee, ci rendiamo conto della maggiore varietà di ambienti e della maggiore ricchezza di specie del nostro territorio, cioè della grande biodiversità che lo caratterizza. In tutto il mondo la conservazione della biodiversità, frutto dell’evoluzione naturale come risposta delle specie alla complessità ambientale, è prioritaria. La biodiversità è anche ricchezza dei composti chimici che piante ed animali producono e che noi utilizziamo come sostanze alimentari, curative, costruttive etc., è la strategia che le specie adottano per adattarsi ai cambiamenti continui dell’ambiente.
Questa grande varietà di forme viventi si è conservata in modo del tutto autonomo all’interno delle aree più o meno naturali non ancora soffocate da cemento ed asfalto. A volte dei lembi di campagna sfuggono all’edificazione per impraticabilità, per vincoli, o per l’attività dei cittadini che, intuito il valore delle aree naturali, si organizzano per tutelarle considerandole un bene comune inestimabile come l’acqua e l’aria.
Stringendo il punto di vista ai quartieri adiacenti Torresina, ci rendiamo subito conto non solo che le aree naturali sono molte (tenuta agricola di Casal del Marmo, Parco dell’Insugherata, Parco del Pineto), ma anche che sono in contatto fra loro. Il contatto permette alle specie animali e vegetali di spostarsi da un’area all’altra per nutrirsi, riprodursi o per estendere il proprio areale sfruttando un corso d’acqua, le chiome degli alberi, il vento, la pelliccia di un mammifero o un acquedotto romano.
Queste aree urbane inoltre sono in contatto con la campagna romana esterna all’urbe. Così il flusso di specie animali e vegetali diventa ancora più sostanzioso grazie a parchi come Vejo, un enorme cuneo verde che penetra nella città costituendo un tessuto connettivo vivente. Insomma le aree verdi sono importanti e lo sono ancora di più se sono connesse tra loro attraverso dei corridoi ecologici, canali di comunicazione che permettono il movimento delle specie, la sopravvivenza delle comunità e, in definitiva, la conservazione della biodiversità.
Se inquadriamo il verde di Torresina nel contesto dei corridoi ecologici , questo assume un grande valore e la stessa dignità di qualsiasi parco naturale istituzionalizzato. Negli spazi scampati si mantengono bellissimi habitat naturali che costituiscono il paesaggio tipico della campagna romana popolato ed attraversato numerosissime specie floristiche e faunistiche, talvolta anche rare ed inaspettate. Questi animali e queste piante arricchiscono la città di una componente che, al di la dei numeri e delle considerazioni umane è importante in quanto vivente. Per proteggerle è necessario conservare gli ecosistemi di cui fanno parte, sappiamo bene quanto sia importante una corretta gestione del territorio per migliorare la qualità della vita della cittadinanza.
Localizzazione e descrizione dell’area
L’area verde si trova nella porzione più a sud del quartiere di Torresina.
La parte terminale di via A. Barbato forma con via V. Testa un cuneo con l’apice rivolto verso sud, all’interno dell’area delimitata dalle due vie e dal caseggiato di Torresina si trova un piccolo angolo di verde seminaturale scampato all’urbanizzazione che comprende una valle umida incastonata tra due spallette tufacee parzialmente coperte di vegetazione.
Il sistema paesistico pianoro – spalletta – valle, è tipico di questo settore della campagna romana. L’uomo per secoli ha sfruttato pianori e fondovalle per agricoltura e pascolo, trascurando le spallette e le zone più acclivi, meno praticabili e per questo ancora provviste di una vegetazione arborea.
Ora sul pianoro di questo sistema sorge il quartiere di Torresina mentre la maggior parte della valle che si sviluppa verso la via Boccea è edificata o comunque privata. Rimane questo angolo che, per quanto antropizzato, conserva ancora importanti elementi naturali sottoposti a forte impatto antropico.
Elementi di pregio e normativa ambientale
Valore idrogeologico: Presenza di una sorgente
Valore paesaggistico e naturalistico:
• Presenza di un’area umida protetta dalla convenzione di Ramsar 1971
• Presenza di una formazione arborea a quercia da sughero (Quercus suber), protetta secondo la Direttiva 92/43CEEN “Habitat”
Valore floristico: Presenza di un raro albero monumentale il Cerro-sughera (Quercus crenata)
Valore faunistico:
• Passaggio e nidificazione di interessanti specie dell’avifauna (poiana, gheppio, airone cenerino, fagiano, gruccione, etc.)
• Presenza di anfibi, rettili, mammiferi (compresi chirotteri) e di una ricca entomofauna.
Cerro-sughera (Quercus crenata)
Con una breve passeggiata nell’area in questione si può osservare un albero molto particolare, una quercia rara in tutta Italia e per questo protetta da leggi regionali, chiamata Cerro-Sughera.
Si tratta di un albero molto slanciato alto circa 15 – 18 metri, con caratteristiche non comuni come la corteccia suberosa (suber = sughero), l’aspetto e la persistenza delle foglie durante l’inverno. I motivi della particolarità di questa essenza vanno cercati nella sua genesi: essa è un ibrido tra cerro (Quercus cerris) e sughera (Quercus suber), infatti presenta caratteri morfologici intermedi tra quelli dei genitori. Di fatto cerro e sughera coesistono nel cerro-sughera, è proprio questo aspetto a renderlo un ibrido. Le querce spesso generano degli ibridi che complicano il riconoscimento degli individui e che mostrano la grande elasticità genetica di questo genere di piante. Va sottolineato che alcuni autori ritengono Quercus crenata una specie a se stante piuttosto che un ibrido, dal momento che è presente anche in aree dove la sughera non c’è per motivi climatici.Quercus crenata è distribuita sporadicamente in Italia, Spagna, Francia meridionale, Slovenia e Croazia. La prima segnalazione italiana risale solo al 1816, nella valle di Caprino (Verona), dove l’albero è tutt’ora vivente.
Nel quartiere l’albero è situato in una zona molto interessante dal punto di vista naturalistico, si trova sulla spalletta che dalla valle sale verso il caseggiato di via Montanelli, in mezzo sughere tra fa capolino il cerro-sughera.
La presenza di quest’albero in un contesto così particolare arricchisce il quartiere e merita protezione, ma proteggere una specie significa proteggere l’ecosistema di cui fa parte.
Area umida
Il fondovalle è caratterizzato da una zona umida alimentata da una sorgente che sgorga dal massiccio della spalletta tufacea su cui sorge la parte sud di Torresina.
Le aree umide e la caratteristica componente biotica ad essa legata (flora e fauna), sono le zone più sensibili ed esposte all’impatto antropico, per questo motivo sono protette da un importante accordo internazionale, la convenzione di Ramsar sottoscritta nel 1971 da più di 150 nazioni, che le derfinisce e ne promuove la tutela come riportato di seguito in corsivo.
Definizione di zone umide
Ai sensi della presente Convenzione si intendono per zone umide le paludi e gli acquitrini, le torbe oppure i bacini, naturali o artificiali, permanenti o temporanei, con acqua stagnante o corrente, dolce, salmastra, o salata, ivi comprese le distese di acqua marina la cui profondità, durante la bassa marea, non supera i sei metri. Ai sensi della presente convenzione si intendono per uccelli acquatici gli uccelli ecologicamente dipendenti dalle zone umide.
Dichiarazione introduttiva della Convenzione di Ramsar
Le parti contraenti, riconoscendo l’interdipendenza tra l’uomo ed il suo ambiente, considerando le funzioni ecologiche fondamentali delle zone umide come regolatori del regime delle acque e come habitat di una flora e di una fauna caratteristiche e, in particolare di uccelli acquatici; convinti che le zone umide costituiscono una risorsa di grande valore economico, culturale, scientifico e ricreativo, la cui perdita sarebbe irreparabile; desiderando arrestare ora e per l’avvenire la progressiva invasione da parte dell’uomo e la scomparsa delle zone umide; riconoscendo che gli uccelli acquatici, nel periodo delle migrazioni stagionali, possono attraversare le frontiere così da dover essere considerati come risorsa internazionale;
Alcuni dei provvedimenti della Convenzione
– Intraprendere azioni specifiche per la conservazione delle zone umide nello sviluppo dei piani di uso del suolo,
– Istituire riserve naturali in zone umide (che siano o no incluse nella lista di Ramsar),
– Promuovere attività di formazione specifica in campi di ricerca, gestione e sorveglianza inerenti alle zone umide.
Formazioni a Quercus suber – Habitat 9339 – Direttiva 92/43CEE
Come accennato in precedenza la spalletta tufacea che borda la valle presenta una copertura vegetale dominata da una caratteristica essenza mediterranea la quercia da sughero.
Le formazioni vegetali dominate da Quercus suber sono protette dalla Direttiva 92/43CEEN “Habitat”, principale strumento politico adottato dall’Unione Europea per la tutela dell’ambiente.
Specie protette e normativa di riferimento (elenco preliminare)
Il seguente elenco è tratto dalla bibliografie e da osservazioni personali. Ovviamente si tratta di un elenco parziale destinato ad essere integrato nele tempo.
Anfibi e rettili
Specie Nome volgare Lista Rossa degli Anfibi e dei Rettili del Lazio Libro Rosso degli animali d’Italia L. R. Lazio
n. 18
del 05.04.88 Direttiva 92/43/CEE
Bufo bufo (Linneus, 1758) rospo comune LR x
Rana italica (Dubois, 1987) rana appenninica LR LR x (all. IV)
Anguis fragilis (Linneus, 1758) orbettino DD x
Lacerta bilineata (Daudin, 1802) ramarro occidentale LR x
Podarcis muralis nigriventris (Laurenti, 1768) lucertola muraiola LR x (all. IV)
Podarcis sicula campestris (Rafinesque-Schmaltz, 1810) lucertola campestre LR x
Chalcides chalcides (Linneus, 1758) luscengola, fienarola LR x
Natrix natrix
Natrice dal collare X All. IVD All. II
Hierophis viridiflavus Biacco X All. IVD All. II
Mammiferi
Specie Mammiferi
Nome volgare Lista Rossa Libro Rosso degli
animali d’Italia
Direttiva Habitat
Convenzione di Berna
Legislatura italiana
Erinaceus europaeus Riccio
Hystrix cristata Istrice (all. IV) All. IV App. II L. 157\92
Muscardinus avellanarius Moscardino VU (all. IV) App. IV App. III
Talpa romana Talpa
Vulpes vulpes Volpe L. 157\92
Pipistrellus pipistrellus Pipistrello nano
Muscardinus avellanarius Moscardino VU (all. IV)
Uccelli
Specie Nome volgare Lista Rossa Libro Rosso degli animali d’Italia L. R. Lazio n. 18 del 05.04.88 Direttiva 92/43/CEE
Buteo buteo Poiana SB, M, W (all. II)
Falco tinnunculus Gheppio SB, M, W (all. II)
Phasianus colchicus Fagiano comune
Columba palumbus Colombaccio SB, M, W
Athene noctua Civetta SB
Apus apus Rondone B, M
Merops apiaster Gruccione B, M
Hirundo rustica Rondine B, M
Delichon urbica Balestruccio B, M
Motacilla cinerea Ballerina gialla M, W
Erithacus rubecula Pettirosso M, W
Turdus merula Merlo SB, M, W
Parus major Cinciallegra SB, M, W
Corvus corone Cornacchia SB, M, W
Sturnus vulgaris Storno SB, M, W
Passer italiae Passera d’Italia SB, M
Planimetria dell’area e possibili confini del parco
L’area individuata per la realizzazione del parco è indicata nella figura 4. Si propone di rendere parco l’intera vallata con 2 livelli di protezione:
Zona a protezione elevata: sono permesse visite, ma non interventi
Zona di pubblica fruizione: possono ospitare attività della collettività come orti sociali se non entrano in conflitto con la gestione dell’area a maggior protezione.
Azioni preventive
E’ necessario un intervento preliminare di bonifica poiché nell’area sono presenti numerosi oggetti, come scarti di materiali edili, rifiuti di varia natura, o edificazioni come la struttura che intuba l’acqua sorgiva situata nel fondovalle ai piedi della spalletta. Questi oggetti rappresentano un pericolo per gli avventori anche allo stato attuale.
Pannelli informativi
Per rendere partecipe la cittadinanza dei valori del territorio sarà opportuno realizzare dei pannelli informativi tematici. Gli argomenti sono numerosi, di seguito sono riportati molto sinteticamente alcuni dei temi possibili.
Il cerrosughera
I corridoi ecologici
L’area umida
La campagna romana
La natura del parco in generale
Flora e fauna
Bat house
Per favorire la nidificazione dei pipistrelli, animali rari ed utilissimi nella lotta contro le zanzare, si propone l’installazione di alcuni ripari (bat house) in punti adeguati ancora da individuare.
Interventi di riqualificazione ambientale
Attraverso la piantumazione di essenze autoctone si propone la riqualificazione della vegetazione delle spallette tufacee che bordano la valle e su cui sorgono i caseggiati. La vegetazione una volta ripristinata contribuirà al consolidamento dei pendii facilmente erodibili dagli agenti atmosferici e restituirà allo sguardo un paesaggio più integro e naturale.
Progetti futuri
Un’area protetta di questa natura, nonstante le ridotte dimensioni presenta numerosi spunti didattici naturalistici e civici. Il coinvolgimento delle scuole in attività informative e di valorizzazione del territorio può dare un contributo alla formazione culturale degli studenti ed avvicinare i cittadini al quartiere.
Orti Urbani
Nella zona che sarebbe destinata alla pubblica fruizione proponiamo la realizzazione degli Orti Urbani il cui progetto si rimanda ad altro documento.
Roma, 17 dicembre 2011
Il presente documento è stato redatto dal botanico dr. Diego D’Angeli in collaborazione col Comitato di Quartiere Torresina