Il Teatro La Casetta rischia di essere abbattuto!

Raccolta di firme contro l’abbattimento del Teatro La Casetta e delle altre sedi delle associazioni di via Federico Borromeo 75 e 77, ma alla loro eventuale riqualificazione – per trovare delle sistemazioni abitative agli occupanti della palazzina D al fine di ripristinare il progetto del “centro civico” originario- per l’ampliamento del Teatro la casetta.

Roma 3 maggio 2011

Spettabili e cari scuole, dirigenti, maestri, professori, rappresentanti d’istituto, studenti, associazioni e amici del Teatro la casetta

Ci rivolgiamo a voi con la massima urgenza, chiedendo la vostra attenzione e collaborazione, per tutelare un piccolo ma prezioso patrimonio di Primavalle e del Municipio 19°: il Teatro la casetta.

Prima d’illustrare le motivazioni di questa, vi ricordiamo velocemente la storia della realizzazione del teatro la casetta.

10 anni fa, la nostra associazione culturale cantieri dello spettacolo, decise di abbandonare attività professionali ben remunerate e prestigiose per tentare di contribuire al vuoto culturale del nostro territorio, realizzando con impellenza e a proprie spese e lavoro, da uno spazio mal ridotto della proprietà del Comune di Roma, destinato ad attività culturali, il teatro la casetta.

L’ardua e folle impresa per la faticosissima e costosa realizzazione del nostro sogno, fece perdere soci dell’associazione, che davanti ai sacrifici per sostenere questo duro ideale (fare da pochi metri quadrati un teatrino di qualità a Primavalle, senza aiuti economici istituzionali, rinunciando alle proprie professioni), non se la sentirono di proseguire la folle avventura e tornarono ai loro mestieri ben remunerati (e poi si cresce si diventa papà…

Quindi in questi 10 anni l’associazione ha sempre trovato nuovi elementi volenterosi che hanno tutti contribuito al percorso d’amore e di crescita del teatro, ma che in molti casi, dopo essere stati retribuiti per apprendere una professione, si sono cercati altri luoghi di lavoro, o che comunque non hanno resistito. Tutta via la caparbia passione dell’associazione non ha mai abbandonato e lavorando forsennatamente, ha sempre resistito al punto di affrontare restrizioni personali enormi.

(basti anche solo pensare che gli spettacoli dei cantieri dello spettacolo, sarebbero super richiesti in molti teatri, e che vi si rinuncia per portare avanti le attività del teatro la casetta)

Per tutti questi anni, come sapete il teatro ha:

prodotto una quantità notevole di progetti culturali, offerto spettacoli di altissima qualità di ogni tecnica, ospitato compagnie provenienti da tutto il mondo, che sono venute per esigui guadagni per abbracciare il nostro progetto di contribuire a produrre cultura in periferia a prezzi popolari, spesso gratis, è una scuola di teatro permanente e conduce laboratori per bimbi dai 3 anni in su, è sempre stato un punto di riferimento per il territorio, le famiglie e le scuole (provenienti da tutta Roma, nonché dalla Provincia, grazie all’accreditamento di Città come scuola del comune di Roma, e del C.T.E. dell’E.T.I., che ora ovviamente è stato chiuso), per i giovani una casa dove esprimere le proprie idee e cimentare le proprie passioni.

Ha fatto un attento lavoro didattico rispondendo alle diverse esigenze evolutive e formative (dai nidi alle superiori), ha fatto anche risparmiare tanti soldi di trasporti alle famiglie, non più costrette a mandare i figli ai teatri del centro. Contribuisce con fierezza e con successo alla riqualificazione socioculturale del nostro territorio, con progetti mirati all’integrazione, alla multicultura, all’educazione ambientale, è un solido pilastro alla prevenzione del disagio giovanile e lavorando trasversalmente con l’integrazione generazionale, grazie al formidabile lavoro di rete con le scuole, sente la tangibilità dei risultati ai propri sforzi ad esempio, sentendo canticchiare in strada le arie di “Figaro” o della “Regina della notte” da bimbi e nonni del quartiere, (in eseguito ad un lavoro sull’opera lirica), ai successi ottenuti con bimbi inviati da logopedisti e neuropsichiatri infantili, o con bimbi di famiglie con pesanti problemi, insomma questo ci ha sempre ripagato dei sacrifici e spinto a continuare quanto è palesemente importante per il nostro territorio: il lavoro del Teatro la casetta!

E’ infatti tra gli spazi più amati da piccoli e grandi e non è un caso.

Riconosciuto il suo ruolo fondamentale da tutte le Istituzioni, al punto indiscutibile da mettere d’accordo sul suo operato le più disparate forze politiche e realtà sociali, non ha mai avuto un reale sostegno economico, eccetto un intervento miracoloso dell’ex Presidente della Regione Lazio Pietro Marrazzo (che rimase sconvolto e affascinato) di due anni fa.

Nonostante questo le varie amministrazioni del Municipio, in considerazione dell’indiscutibile operato e successo, hanno perlomeno partecipato ad effettuare dei lavori strutturali del teatro (ricostruzione del tetto, realizzazione di un microbagno dopo 10 anni di preghiere). Insomma anche per il Municipio il Teatro la casetta è sempre stato un occhiello di comprovata qualità, e una risorsa: in fondo avere la fortuna di godere per passione e testardaggine di un’associazione che sostituisce l’amministrazione pubblica, è una gran fortuna!

 

Ma ora accade qualcosa d’inverosimile, di completamente imprevisto e assurdo: Il Teatro la casetta rischia di essere abbattuto!

Senza entrare in dettagli, passaggi e  meriti, (che chi vorrà potrà studiarsi in un lungo dossier), ma riassumendo, la storia che sta facendo correre questo rischio, è in sintesi la seguente:

Con un progetto partecipato per la riqualificazione del quartiere, denominato appunto “contratto di quartiere”, la cittadinanza insieme agli esperti e tecnici del Comune di Roma, Dip. XIX dell’Assessorato alle Politiche per le Periferie (a cui per interesse del quartiere partecipammo anche noi, e oggi ci sembra paradossale il suo sviluppo, e parte di queste affollate ed entusiastiche riunioni si svolsero addirittura presso il teatro).

Questo progetto di bellissimo criterio di partecipazione cittadina, avendo tutti i requisiti per vincere il bando Regionale, nel 2008, dopo lungo lavoro, vinse!

Poi non se ne seppe più nulla, o forse presi dalle nostre peripezie non fummo attenti e ci perdemmo dei passaggi (ma a quel punto erano di competenza Istituzionale).

Il progetto per un totale di 3,2 milioni di euro, prevedeva insieme ad altri interventi di riqualificazione del territorio (in parte già effettuate), anche la realizzazione di un “centro civico”, (per un totale 1,8 milione di euro) uno spazio per le attività socioculturali del territorio, presso la palazzina D di via Federico Borromeo.

Per la sua data pensammo ad un pesce d’aprile, quando venimmo a sapere con allarmanti comunicazioni e relativa documentazione da parte dell’opposizione (ignara quanto noi fino a quel punto dell’accaduto) che in data 3 marzo era stato approvato dalla Giunta del nostro Municipio, costituita dal presidente Alfredo Milioni e altre tre sole persone, un progetto ben diverso da quello che un tempo doveva essere il “centro civico”.

Poiché non si è “riusciti” a trovare delle situazioni abitative alle persone che occupano la palazzina D, destinata appunto alla realizzazione del “centro civico” (meno di 20 persone), Milioni per non perdere questa bella cifra, ha ritenuto fosse più semplice usare altre strutture del Comune di Roma, quindi di abbattere tutto il complesso di strutture di via Federico Borromeo 75 e 77, che ospitano con regolari contratti, e che sono il polmone (oltre la biblioteca) socioculturale del quartiere: Il nostro Teatro la casetta, la comunità di S. Egidio, (e per non parlare del suo enorme e attento lavoro di volontariato che svolge con i diversamente abili e i meno fortunati, dei soldi spesi solo grazie ad offerte personali per ristrutturazioni della struttura) tutte le associazioni del centro Ditirambo confinanti il Centro anziani e il Teatro, e parte del centro anziani, per la costruzione di due palazzine di cui una (dove ora ci sono il Teatro e la Comunità di S.Egidio) per una superficie di circa 900 mq suddivisa in 3 piani, con relativo ristoro, con sottostante parcheggio, spazio destinato anche alle associazioni esistenti (che gentili).

Ora, lasciando a voi riflettere sull’assurdo imbarazzante di tutta la modalità, ci sale il sangue al cervello anche al solo pensiero e non il più preponderante, ma emblematico, che in nessun modo siamo riusciti ad ottenere la realizzazione del microbagno all’esterno (parliamo di circa 1 mq!) in quanto aumento della cubatura, e siamo stati costretti a farlo all’interno, rubando la già esigua metratura del teatro! Per non parlare della richiesta di realizzare una tettoia sul portone, al fine di proteggere i bambini dalla pioggia! Ci è stato risposto che si può fare piccolissima, in quanto c’è pure il divieto urbanistico in quanto edifici di patrimonio storico! E ora si possono addirittura edificare palazzi, distruggendo quanto con tanta fatica si è costruito!

Potremmo andare avanti per km d’inchiostro, ma ci sembra inutile dover sottolineare quanto si evince semplicemente, e non pensiamo sia necessario convincere nessuno, ma far sapere che noi non intendiamo neanche sotto tortura, lasciare quanto abbiamo costruito e quanto funziona!

Inoltre vorremmo trovare una modalità di risposta pacifica e civile, nel tentare di trovare una soluzione che non tradisca sia lo spirito  partecipato che originò il progetto che vinse, e come risposta doverosa al fatto che perlomeno siamo stati sempre ricevuti e ascoltati da questa Presidenza.

Crediamo però che questa volta la partecipazione debba essere totale, se si vuole difendere quanto ha sempre dato tanto al territorio per 10 anni!

E a questo punto, visto che l’area del complesso del teatro la casetta, sembrerebbe non avere più vincoli di edificabilità, ed essendo a disposizione tanti soldi per la riqualificazione del quartiere, ad uso socioculturale, chiediamo (nella lettera di controproposta meglio sviluppato) che: si trovi anche con l’aiuto delle nostre associazioni una soluzione abitativa degna per gli occupanti, che non si abbattano le strutture delle realtà socioculturali di via Federico Borromeo 75 e 77, ma che eventualmente si riqualifichino, che si ripristini il vecchio progetto e si realizzi presso la palazzina D, dove era preposto, e che a questo punto si valorizzi quanto svolge il Teatro la casetta senza abbatterlo, ma aumentando la sua cubatura. Sarebbe anche il minimo dopo tanti sforzi e un riconoscimento al ruolo che svolge!

 

Vi chiediamo di sottoscrivere la controproposta che la nostra associazione invierà alla Presidenza del nostro Municipio e a tutte le realtà Istituzionali di competenza, e di attivare tutti i canali per una veloce raccolta firme per la salvaguardia del Teatro la casetta e le altre realtà confinanti.

 

Siamo convinti che insieme possiamo solo costruire, e non distruggere!

Federica Mancini per Cantieri dello spettacolo

Modulo raccolta firme da raccogliere e rimandarci completo al nr. di fax 06.61283005