Il CERRO-SUGHERA (Quercus crenata) di Torresina

Durante una passeggiata nel verde di Torresina mi sono imbattuto in un albero molto particolare, raro in tutta Italia e segnalato nella nostra città solo in un altro luogo. Era verso la fine dell’inverno scorso, salivo su per una spalletta, in mezzo alle chiome vedo svettare un albero alto circa 15 – 18 metri, ancora provvisto di foglie.

Sicuramente una quercia – dicevo tra me e me avvicinandomi – qualcosa di interessante vista la persistenza della chioma in questa stagione. Generalmente le querce sono decidue (perdono le foglie d’inverno) con l’eccezione di poche specie sempreverdi. Ad uno sguardo ravvicinato la corteccia ricordava un po’ quella della sughera, il portamento slanciato e le cupole delle ghiande ricordavano il cerro, le foglie avevano un aspetto intermedio tra le due specie, così mi resi subito conto che si trattava di una rara quercia chiamata Cerro- Sughera (Quercus crenata).

In molti anni di escursioni ho visto raramente questa quercia nel Lazio (Tolfa, Tor Caldara, Sabaudia, etc), solitamente individui isolati di grandi dimensioni. Chiunque abbia un minimo di dimestichezza con gli alberi spontanei, quando si trova di fronte al cerrosughera si rende conto della sua particolarità.
Si tratta di un albero molto slanciato, con caratteristiche non comuni come la corteccia suberosa (suber: dal latino sughero), l’aspetto e la persistenza delle foglie. I motivi della particolarità di questa essenza vanno cercati nella sua genesi:
essa è un ibrido tra cerro (Quercus cerris) e sughera (Quercus suber), infatti presenta caratteri morfologici intermedi tra quelli dei genitori, come se cerro e sughera coesistessero nel cerro-sughera. E’ proprio questo aspetto a renderlo un ibrido.
Le querce spesso generano degli ibridi che complicano il riconoscimento degli individui e che mostrano la grande elasticità genetica di questo genere di piante. Va sottolineato che alcuni autori ritengono Quercus crenata una specie a se stante piuttosto che un ibrido, dal momento che è presente anche in aree dove la sughera non c’è per motivi climatici.
La Quercus crenata è distribuita sporadicamente in Italia, Spagna, Francia meridionale, Slovenia e Croazia. La prima segnalazione italiana risale solo al 1816, nella Valle di Caprino (Verona), dove l’albero è tutt’ora vivente.
Nel nostro quartiere l’albero è situato in una zona molto interessante dal punto di vista naturalistico, situato su una spalletta che borda la valle.
Il fondovalle è caratterizzato da vegetazione di ambiente umido con pioppi e salici, mentre la spalletta è dominata dalle sughere tra le quali fa capolino il cerro-sughera. Questo angolo ricco di vita vegetale ed animale potrebbe essere strategico per l’individuazione di un’area protetta.
I punti di forza sono molti: le zone umide, i saliceti –pioppeti e le sugherete sono ambienti protetti; il cerrosughera è un albero raro protetto in diverse regioni; c’è una significativa presenza di anfibi e di uccelli.

La presenza di quest’albero in un contesto così particolare arricchisce il quartiere e merita protezione, ma proteggere una specie significa proteggere l’ecosistema di cui fa parte. In questo senso il cerrosughera potrebbe essere un fattore catalizzante per sensibilizzare le istituzioni e favorire la realizzazione di un piccolo, ma significativo parco urbano.

Diego D’Angeli

(Diego è un naturalista. Si è laureato nel 1998 con una tesi sulla flora della provincia di Rieti sotto la direzione di Sandro Pignatti all’Università di Roma “La Sapienza”. I suoi campi principali di ricerca sono la cartografia della vegetazione e la fitosociologia dell’Italia Centrale)

Articolo apparso a pagina 10 de Il Picchio di febbraio 2011